Descrizione
Donde se cruza el camino del viento con el de las estrellas. Dove il cammino del vento si incrocia con quello delle stelle. (Alto del Perdón)
Il protagonista è uomo volitivo, determinato sino alla testardaggine. Cade e sa rialzarsi: nelle vicende personali, nella professione, lungo il Cammino di Santiago. È psicoanalista, responsabile di una comunità per giovani donne scossa da un fatto tragico, che ne mette in dubbio la stessa capacità di cura. Come testimonianza parte per il lungo faticoso Cammino. Scoprirà un paesaggio affollato di presenze confortanti, cittadini come lui, in uscita dal mondo, alla ricerca della giusta ispirazione per tornarci più vivi e più forti. Ogni passo spinge un pensiero per ricapitolare gli incontri, i ricordi, le sensazioni, le tracce di vita lasciate come orme lungo gli anni, le stagioni, gli attimi. Pur messo a dura prova, il suo desiderio tornerà a pulsare, a farsi cura, di sé e dell’altro.
L’autore
Carlo Arrigone, nato nel 1959, laureato in Filosofia e iscritto all’ordine degli psicologi dal 1993, dopo l’analisi didattica con Giacomo Contri a Milano, lavora come psicoanalista ad orientamento freudiano. È cofondatore dei Centri Artemisia per donne e madri in disagio e vittime di violenza e dei Centri Snodi, per il trattamento del Disturbo Borderline di Personalità. Ha pubblicato alcuni volumi nel campo dell’educazione, della psicoanalisi e delle nuove dipendenze.
Pietro (proprietario verificato) –
Arrivato. Leggo e piango. Pulisce l’anima. Un vero e proprio cammino di conversione attraverso il corpo che aiuta a entrare in sé stessi e guarire le ferite dell’anima fino alla capacità di perdonarsi.
Il libro descrive ciò che anche per me è stato il Cammino di Santiago (seppure parziale). Non vedo l’ora di ricominciare.
Linda –
Ho trovato il libro molto coinvolgente. Nella narrazione traspare tutto il vissuto emotivo e non solo. Il lettore riesce a sentire la fatica e le sensazioni fisiche, il freddo e la pioggia battente alla Cruz de Hierro, la forza della determinazione nell’appendere i doni sulla croce.
Per il lettore è come camminare accanto all’autore/pellegrino cogliendone la forza e la fragilità espressa sia nella narrazione del Cammino vero e proprio, sia negli intermezzi.
Luca Sasdelli –
Dott. Arrigone, ho letto con molto interesse il suo libro; per la verità l’ho divorato in due giorni e l’ho fatto leggere a mia moglie. È veramente denso di impressioni profonde, fa quasi immaginare di fare il cammino insieme. Inoltre l’ho trovato molto ben scritto e organizzato: non credo sia facile raccontare esperienze tanto intime, in uno scenario on the road, mantenendo al contempo l’attenzione del lettore sempre ad alto livello.
Carlo Arrigone –
Volentieri pubblico il commento che ricevo dall’amico Guido Boldrin:
:Ciao Carlo,
ho letto con grande curiosità il tuo libro e man mano che leggevo mi sono ritrovato sempre più interessato e alla fine dispiaciuto di essere arrivato in fondo, tanto mi ha appassionato la lettura.
Con il tuo passo lento, sei arrivato alla meta che ti eri prefissato ma sei anche riuscito a farti conoscere, sarebbe meglio dire a scoprirti, per regalarmi quei dettagli della tua umanità che di te non avevo mai conosciuto. Così come sei riuscito a farmi conoscere momenti di storia di tante ragazze e persone che hai portato con te nel tuo cammino, così carichi della drammaticità della vita, che le ho sentite molto vicine. Il risultato è stato che tanti momenti di lettura mi hanno davvero commosso, ritrovandomi a piangere come un vitello.
Sei riuscito, in alcuni tratti, a farmi condividere l’esperienza che hai fatto durante il cammino verso Santiago, sia interiormente che talvolta fisicamente. Come quando sei riuscito a farmi sentire bagnato fradicio, con tutto il fastidio che provoca l’avere in dosso i panni bagnati, quando hai descritto la tua salita e il tuo permanere davanti a la Cruz de Hierro.
Grazie del regalo che mi hai fatto e grazie per quello che continui a fare, perchè c’è tanto bisogno e necessità che qualcuno lo faccia.
Rodolfo Riccò –
Uno psicoanalista sul cammino di Santiago.
Letto di getto, tutto d’un fiato.
Mi sono profondamente immerso nel racconto di una vita che si interseca con altre vite, difficili, tormentate, coinvolgenti.
Il cammino non è, per Carlo (il protagonista, il pellegrino), una scelta inizialmente razionale e consapevole, è piuttosto un impulso, una necessità quasi incomprensibile, una ricerca di risposte o meglio una ricerca di senso per quello che ha fatto e che vuole continuare a fare nell’ambito della cura dell’altro.
L’improvvisa scelta del cammino avviene in un momento di difficoltà personale e professionale dove l’agire quotidiano è fortemente condizionato dalla dolorosa perdita di una persona seguita dalla comunità di cui Carlo è responsabile che mette in crisi il lavoro con una progressiva perdita di motivazioni.
In questa situazione di difficoltà colpisce la decisione improvvisa ed inaspettata di intraprendere il cammino per Santiago, è una sorpresa per la moglie, che lo vive da subito come un tradimento, lo è per i colleghi che si sentono abbandonati in un momento difficile, ma Carlo tiene duro e prepara lo zaino.
La fermezza della decisione e la tensione emotiva che Carlo trasmette a chi gli è vicino allentano a poco a poco lo scetticismo, la moglie gli esprime la sua fiducia, anche se non comprende appieno questa scelta e i colleghi avvertono che bisogna riprendere il cammino interrotto e gli affidano le loro storie, le loro sofferenze rappresentate simbolicamente da oggetti, scritti da portare alla croce.
Il cammino è fortemente coinvolgente, si respira un’atmosfera straordinaria nei luoghi attraversati e per le persone conosciute con le quali la comunicazione avviene spontaneamente e con grande empatia senza che la diversità delle lingue rappresenti un ostacolo.
Straordinari sono gli incontri con gli altri pellegrini marcati da una comunanza emotiva che viene ancora prima delle parole, senza sentimentalismi e con la consapevolezza che ognuno porterà la sua brace a cui l’altro porterà conforto a volte anche senza conoscere le storie ma con quella tacita condivisione che nasce dal sapere che il dolore fa parte della vita di tutti.
Si scopre così che la nostra forza interiore è notevole anche se spesso non lo sappiamo e questo si comprende nelle difficoltà del “camino” laddove neppure la menomazione fisica può fermare Carlo nel suo impegno di portare alla croce tutti i simboli di vita, sofferenza e speranza che gli sono stati affidati.
“Il dolore deve essere liberato, la tristezza deve trovare le sue lacrime, la paura deve trovare una sicurezza, la solitudine deve trovare un conforto, la colpa deve trovare un perdono e la rabbia deve trovare una riconciliazione.”
Queste parole così potenti sono l’indicazione precisa di una via molto impegnativa ma ineludibile, con la convinzione che una vita senza senso non è possibile.
Un libro straordinario, una testimonianza di vita dedicata alla cura degli altri che non può prescindere dalla cura di sé.
matteo –
Un libro veramente illuminante
Giovanni –
Grande libro
Chiara Catella –
Dunque: già il fatto che – pessima lettrice – lo abbia letto tutto d’un fiato direi che è un piccolo miracolo. Il primo desiderio è stato il RINGRAZIAMENTO: Grazie a Carlo per avere deciso di condividere questo pezzo importante del suo cammino. Nel suo libro c’è tutto ciò che è vita: gioia, dolore, felicita, tristezza, buio e luce. Scritto con il cuore: più volte a me è sembrato di sentirlo raccontare come se lo facesse ad una cena, in libertà, con i propri amici. E per questo ancora più coinvolgente e vero. Ho pianto e ho sorriso. È un racconto che smuove tante cose. Da leggere per capire fino in fondo cosa può davvero rappresentare, ad un certo punto della vita di un uomo, il Cammino di Santiago. Grazie davvero.
Redazione –
Grazie per il suo sentito commento
Carlo Arrigone –
Cara Chiara, queste parole così spontanee, mi confermano e mi incoraggiano nel volermi mettere a disposizione di chiunque vorrà confrontarsi con questi temi così universali, specie in un momento così difficile della nostra epoca attuale. Per questo ogni modalità di incontro e presentazione del libro mi troveranno sinceramente disponibile per contribuire come posso a questo bisogno di conforto, cura, redenzione e speranza rinnovata che ognuno di noi sente.
Grazie