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Il tema drammaticamente attuale della violenza di genere, in particolare quella agita contro le donne, è stato ampiamente trattato dal cinema, con attenzione e partecipazione crescenti negli ultimi trent’anni.
Molte infatti le pellicole che affrontano questo triste fenomeno, non solo denunciando le sofferenze e gli esiti spesso letali dell’aggressione maschile, ma anche cercando di tratteggiare, da punti di vista e con risultati anche molto differenti, le dinamiche relazionali che vi sono sottese, e le risorse di riscatto ed emancipazione di molte donne che li hanno vissuti, a lungo subiti e infine denunciati.
Vediamo in rapida carrellata i film
Elenchiamo i più riusciti artisticamente e nel favore ottenuto presso il grande pubblico.
Da citare per primo è senz’altro Il colore viola di Steven Spielberg del 1985, antesignano dell’argomento: si ispira al romanzo omonimo di Alice Walker, è ambientato nel sud degli Stati Uniti all’inizio del ’900, racconta le tribolazioni di una giovane donna di colore (Whoopi Goldberg), vittima di reiterate violenze sessuali subite dal padre e dal marito, e il ritorno alla vita e alla sua dignità di persona a cui è decisiva l’amicizia e il sostegno di altre donne volitive e senza paura.
Uomini che odiano le donne (2009) è una produzione svedese per la regia di Niels Arden Oplev: anch’esso tratto da un romanzo, il primo della fortunata trilogia di Stieg Larsson intitolata Millennium, segue passo passo le indagini di un giornalista e di una hacker sulle tracce di una donna scomparsa vent’anni prima, e di lì ancora a ritroso nel tempo sui sanguinosi efferati delitti di un killer che tortura e uccide le donne.
La sposa bambina è il film del 2014 della regista cinematografica yemenita Khadija Al-Salami, cronaca vera di una bambina di 10 anni che per un accordo fra il padre e il cosiddetto pretendente è costretta a sposare un uomo di vent’anni più vecchio di lei: il quale non solo manca alla promessa di attendere la pubertà prima della consumazione del matrimonio, ma le fa violenza riducendola alla stregua di una schiava domestica. Lei fugge, e inizia la battaglia per conquistare il divorzio e riprendersi la libertà contro le tradizioni e le usanze tribali, nello Yemen non esiste per legge un limite all’età della sposa.
Libere disobbedienti innamorate (2016) è un altro film ambientato nel Vicino Oriente e nel suo clima culturale in lenta evoluzione: la regista palestinese Maysaloun Hamoud descrive la difficile esistenza di tre giovani donne palestinesi che vivono a Tel Aviv, tra le pressioni della società patriarcale e il sacrosanto ma sempre e ovunque avversato desiderio di emancipazione.
Di tutto altro genere, un vero thriller psicologico, è L’uomo invisibile, girato nel 2020 dall’australiano Leigh Whannell, che si ispira addirittura a H.G. Wells per trattare il tema della violenza domestica imperniata su condizionamento e controllo mentale. È la storia fra horror e fantascienza di una donna che tenta disperatamente di sottrarsi all’influenza implacabile dell’ex marito, esperto di tecnologia che ha finto la propria morte e usa una mecchina che lo rende invisibile per accanirsi mentalmente su di lei e farla impazzire.
Con Enough – Via dall’incubo Michael Apted racconta nel 2002 la vicenda di una giovane madre (la bella Jennifer Lopez) che riesce infine a sottrarsi alle violenze del marito, che non tollera di essere stato lasciato, obbligandola a imparare rapidamente ogni tipo di difesa per garantire la propria esistenza, quella della figlia e la libertà di scelta di entrambe.
Mustang (2015), di Deniz Gamze Ergüven, regista e sceneggiatrice turca naturalizzata francese, descrive la vita quotidiana di cinque sorelle orfane che vivono in un remoto villaggio di contadini della Turchia, dove vige un potere religioso e patriarcale molto opprimente, dal quale subiscono continue vessazioni e divieti nonché abusi fisici e sessuali. La libertà verrà raggiunta con la fuga verso la grande città e l’aiuto di una ex insegnante. Film molto apprezzato dalla critica internazionale, meno in patria.
La ragazza del mondo (2016) è produzione italiana, regia di Marco Danieli. Giulia è una giovane testimone di Geova, che durante il lavoro di proselitismo conosce e si innamora di Libero, un ex spacciatore appena uscito dal carcere. Ma nessuna relazione sentimentale è permessa al di fuori della setta. Scoperta e ammonita a interrompere la relazione, decide di non cedere alla violenza psicologica, ma i problemi sono appena cominciati.
Una donna fantastica (2017), del cileno Sebastián Lelio, racconta le molte traversie di Marina, una donna transgender colpita dalla morte improvvisa del suo compagno, cui tristemente segue l’ostilità e il rifiuto della famiglia di lui, che concepisce la sua identità di genere una perversione, al punto di vietarle la presenza al funerale dell’amato. Nel 2018 il film è valso al Cile il primo premio Oscar della sua storia cinematografica.
Thelma & Louise, girato nel 1991 dal famoso regista Ridley Scott, è diventato in una sola stagione un autentico cult movie, celebrato come moderno manifesto del pensiero femminista e della libertà delle donne, duramente critico sulla violenza maschile e più in generale sulla società americana. Spettacolare e provocatorio, ha avuto grande successo di pubblico, mentre ha visto la critica spesso divisa sul giudizio. È la fuga in auto a rotta di collo verso una libertà che si rivelerà impossibile delle amiche inseparabili Susan Sarandon e Geena Davis dopo l’uccisione per legittima difesa di un bullo che tentava di violentare una di loro. Da quel momento tutto volge al peggio, indietro non si torna, altri uomini le ingannano e derubano, la polizia è sulle loro tracce, il Messico della libertà è troppo lontano. Sull’orlo di un burrone del Canyon le due si salutano con un sorriso prima del grande salto.
Il grande successo di una regista al suo debutto
Prima prova da regista e sceneggiatrice, oltre che come protagonista, C’è ancora domani di Paola Cortellesi (Italia, 2023) ha incontrato grande favore di pubblico e ricevuto lodi incondizionate dalla critica. Ambientato a Roma nel 1946, alla vigilia delle elezioni che per la prima volta vedono le donne al voto, narra la storia di Delia, moglie vittima di violenze e oppressioni sia dal marito che dal suocero, che decide di non voler più subire: con un atto di aperta distruttiva ribellione, vorrà garantire anche alla figlia Marcella di sottrarsi al triste e umiliante matrimonio che essa ha dovuto patire così a lungo, e indicare a tutte le donne una via nuova di dignità ed emancipazione.
Crediti: Donne riprese, Il colore viola, Thelma and Louise